Nel luglio scorso, a partire da alcuni specifici fatti di cronaca, l’Autorità di Vigilanza sui Contratti Pubblici (AVCP) aveva diffuso sui mezzi di stampa una posizione fortemente critica sull’utilizzo delle convenzioni ex articolo 5 della 381/1991, adombrando il sospetto che esse fossero impropriamente utilizzate per affidare servizi socio assistenziali in deroga da procedure di evidenza pubblica o comunque fossero viziate da palesi irregolarità. A tal fine l’Autorità ha realizzato un’indagine sugli affidamenti operati da un campione di ASL.
Il testo, pur non ancora ufficialmente pubblicato, ha già dato origine ad alcuni commenti rilevabili su organi di informazione e su internet. Purtroppo, come spesso accade, prevale ancora una lettura ideologica e scandalistica dei dati dell’Autorità, che, al contrario di quanto appare in fonti secondarie, evidenziano invece la scarsa fondatezza delle critiche diffuse l’estate scorsa: si veda ad esempio l’articolo di Italia Oggi e la puntuale replica del presidente di Federosolidarietà Beppe Guerini: “L’analisi… evidenzia solo 2 irregolarità su 291 contratti… a fronte di irregolarità quasi nulle sono occupati nelle sole cooperative sociali aderenti a Federsolidarietà circa 15 mila soggetti svantaggiati”
Nei prossimi giorni ulteriori commenti sull’argomento.
Pingback: Perché l’AVCP sbaglia | La cooperazione sociale per l'inserimento lavorativo